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venerdì 14 ottobre 2016

YOUNG FACTOR e la legalità che aiuta a vincere «il vivere che taglia le gambe»

Al lavoro sul Progetto Young Factor
Le attività del Progetto “YOUNG FACTOR – Insieme per un compito” continuano e si rivelano sempre più una straordinaria occasione di crescita per le opere sociali che vi partecipano. Mercoledì 12 ottobre gli operatori e i volontari del Centro di Solidarietà “Nicola Coppola” e dell’Associazione “Hic et Nunc” – i due soggetti riuniti in ATS per l’attuazione del progetto – si sono incontrati a Messina per un confronto sull’esperienza maturata svolgendo le attività progettuali e per fare il punto della situazione dopo l’invio al Dipartimento della Gioventù – ente finanziatore – della relazione e della documentazione intermedia.
La riunione è avvenuta a seguito delle intense giornate di lavoro vissute al Meeting di Rimini, a Madrid e a Pantelleria, dove gli operatori e i volontari coinvolti in YOUNG FACTOR hanno raccontato, a una vasta platea di persone, l’esperienza maturata con il progetto e contemporaneamente hanno diffuso i risultati che sino ad oggi sono stati ottenuti con l’attuazione dello stesso.
La giornata di lavoro messinese, svoltasi nella suggestiva location di Forte Petrazza, ha permesso di approfondire tutta una serie di questioni legate al proseguo di YOUNG FACTOR anche dopo la sua conclusione e a una eventuale replicabilità dello stesso in altri contesti territoriali. La giornata di mercoledì ha inoltre consentito di chiarire la natura di YOUNG FACTOR che è sì un progetto di diffusione della legalità tra i giovani, ma è anche e soprattutto un percorso educativo attraverso il quale chi vi partecipa ha modo di approfondire la natura del proprio io e il significato della propria esistenza: più l’uomo prende coscienza del proprio compito nel mondo, più approfondisce la natura dei desideri che lo caratterizzano e più è in grado di vivere in modo giusto e legale.
Il lavoro con YOUNG FACTOR ha consentito il coinvolgimento di altre realtà sociali non previste all’inizio, realtà la cui presenza a Messina ha evidenziato come a volte i progetti favoriscano la dinamica dell’amicizia e come questa, dentro un fare concreto, aiuti a vincere quella fastidiosa insicurezza esistenziale che ognuno di noi si ritrova costantemente addosso. Quel che mercoledì è emerso con chiarezza, si può dire sia questo: realizzare i progetti dentro una dinamica di amicizia è ciò che ci permette di affrontare, con una prospettiva di successo, quel che Pavese definì «il vivere che taglia le gambe».

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